13° RAID SOCIALE - U.S.A. COAST TO COAST

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8000 km col sole negli occhi…

Coast to coast 2010, unforgettable experience...

 

Se ne parlava da anni, ma sembrava irraggiungibile… troppa distanza, troppo tempo, troppi soldi… tutto vero, ma la volontà e lo spirito di avventura suppliscono tutto questo…

E così il 2010 è diventato l’anno del grande salto; il coast to coast è il grande viaggio dell’immaginario collettivo, il cimento che ogni motociclista nostrano, insieme al deserto e a Capo Nord, sogna di realizzare; io stesso, con i miei 41 anni di militanza motociclistica e gli oltre 800000 km percorsi in sella, anelavo a questo step, pur essendo già stato due volte negli States. Eccovi quindi il racconto, per forza di cose stringato, di 26 giorni ASSOLUTAMENTE GRANDIOSI!!!

Il personale ALITALIA ci ha alleviato la lunga traversata da Roma a new York, 9 ore di volo; gentili e disponibili. Formalità doganali molto inferiori a quanto ci aspettassimo, Antonio Nicola ed io, componenti la spedizione, e via alla hertz a ritirare l’auto per il tempo in cui saremmo rimasti nella grande mela. Il TOM TOM ci ha portato al millennium hotel, dove abbiamo preso possesso della stanza (vista sul palazzo ONU!) e subito usciti per godere la serata al centro. PAZZESCO! Migliaia di persone, le più eterogenee, nelle strade più famose del mondo; passeggio a Broadway, visita all’hard rock cafè (un must per Nicola), e poi times square di notte, ed il rockfeller center e mille e mille sensazioni… da stordimento. Rientro in albergo a tarda notte, e a nanna che domani… bagno mattutino in piscina, dotata di tutti i comfort, al 27° piano (la nostra stanza era al 29°)! Facciamo colazione, e becchiamo la prima multa (vicino all’idrante). Vabbè, pazienza… di corsa al metropolitam nuseum, che meriterebbe un racconto a parte. Tutta la mattinata nel museo, la fame si fa sentire, andiamo a pranzo. 45 minuti e… l’auto non c’è più! Rimossa per divieto di sosta. Corri alla hertz, segnala il fatto e attendi (stiamo ancora pagando!). Pazienza, pomeriggio in piscina per rilassarci, e visita dell’EMPIRE STATE BUILDING a seguire; ragazzi, non ho parole, lo spettacolo è oltre l’umano. Serata a zonzo con un po’ di shopping. Di nuovo mattina, a visitare la statua della libertà, vaporetto compreso. È una cosa impressionante, non solo per la grandezza, ma anche per quello che rappresenta. Una mattinata bellissima, ed un pomeriggio a zonzo per la V strada, la via forse più famosa del mondo, dopo la tristezza generata dalla visita di ground zero. 9 luglio, corsa in taxi a prendere le moto, momento solenne; Antonio ed io sull’Harley, Nicola sul Gold Wing. Formalità di rito e partenza, attraversando tutta New York, che vista dalla moto è ancora più bella. Trasferimento a Washington, la capitale, dove arriviamo sotto un discreto diluvio, per sapere che la nostra prenotazione non era stata registrata! Alla ricerca, sotto la pioggia, fino all’holidays Inn, che ci ha costretto a prendere due stanze. Il tempo non è migliorato fino al pomeriggio del giorno dopo, ma la visita della città è stata ugualmente bella; dalla Casa Bianca, al Campidoglio, alla stazione ferroviaria, al Lincoln memorial, all’obelisco… davvero bellissima. Nottata serena e via al mattino verso Columbus, capitale dell’Iowa, dove siamo arrivati nel pomeriggio; giretto in città (nulla da segnalare) e a letto che domani è lunga. Si riparte all’indomani per Chicago, città magica che io non conoscevo ma che mi impone di tornarci; è splendida! Troviamo posto all’ohare hotel, vicino all’aeroporto; comodo e molto economico. La città è fantastica; willys tower, lungolago (il Michigan), la stazione centrale (scena del film gli intoccabili), il quartiere del porto e l’acquario. Non ci siamo fatti mancare la gita sul fiume e sul lago. Entusiasmante.  Tappone di trasferimento all’indomani, breve controllo alle moto (sono state perfette durante tutto il viaggio) e via verso Omaha, che non siamo riusciti a raggiungere perché ad un certo punto, a 40 miglia dall’arrivo), il cielo si è oscurato in una maniera che io non avevo mai visto(!), consigliandoci di trovare ricovero. Bene abbiamo fatto. Appena sistemati a Minden, Iowa, è venuto giù il cielo. Serata piacevole in un locale caratteristico, con grande bistecca e patatine. Altra grande tappa per raggiungere Rapid city, cuore delle black hills, dove abbiamo trovato alloggio in un delizioso cottage fra le colline. Cena da rodeo a black hills city, giro serale e a nanna, la stanchezza si fa sentire. A seguire, giornata dedicata al monte Rushmore, al Crazy Horse memorial ed alle black hills; non ho parole, guardate le foto. Aggiungo solo che come da noi incontriamo le mucche, lì ho incontrato enormi bisonti per strada! Un nuovo tappone da oltre 800 km ci ha visto il giorno successivo, alla volta di colorado springs; una giornta da ricordare per sempre, che ci ha visto attraversare lo stato del Wyoming, entrare in Colorado, costeggiare il rio grande (panorami da film) ed arrivare a Colorado Springs in serata, trovando fortunosamente alloggio all’Inn locale, dove ci siamo rifocillati con un bagno magnifico in piscina; quella piccola con acqua calda e idromassaggio. Visita alle seven falls all’indomani; le cascate sono risibili, ma il canyon è da brivido. Si continua verso il mitico four corners, chiuso per lavori (abbiamo dovuto vederlo da un centinaio di metri) e poi verso Kayenta, porta della Monument Valley,che è qualcosa di eccezionale; le concrezioni rocciose, dalle forme più bizzarre, insieme al mito che negli anni si è creato su di esse, toglie il respiro. Tappa successiva Williams, e vai col Gran Canyon… la cosa più grandiosa che io abbia mai visto, in assoluto. Sono rimasto a bocca aperta, credetemi, e non è facile; anche perché un’altra ridda di emozioni mi si è scatenata dentro quando abbiamo percorso il tratto più significativo della route 66, che abbiamo preferito non percorrere interamente per avere la possibilità di vedere i posti più belli degli Stati Uniti. Ancora stordito, e come in un sogno, arrivo con i miei preziosi compagni di viaggio a Las Vegas, attraversando frontiere su frontiere. Las Vegas sorge in mezzo al deserto, è fantasmagorica; devo dire che non mi piace granchè, ma è sicuramente uno spettacolo grandioso. Alloggio al Venice, l’albergo più lussuoso della città (70 euro a notte pro capite, mai amato così l’euro!); Venezia riprodotta perfettamente, piscine calde e fredde disseminate, lusso sfrenato… da capogiro. Quello che si racconta sulla Death Valley è vero, credetemi. Abbiamo fatto bene ad affrontarla col dovuto rispetto, perché è un luogo pericoloso. L’abbiamo attraversata in pieno sole (ma ci siamo dovuti fermare nelle ore centrali, 51 gradi all’ombra). La Death Valley è il luogo più caldo della terra, è quasi 90 metri sotto il livello del mare, e devo dirvi che nella mia vita solo il Sahara mi ha così suggestionato. Arrivati allo Zabriskye point siamo saliti in cima per vedere e fotografare le dune… sensazionale, così come il Ranger che comparso dal nulla ci ha sfondato 275 dollari di multa a testa! Almeno ci ha dato dell’acqua (calda e maleodorante, ma necessaria al momento). In più si è portato i documenti della mia moto, lasciandomi nello scoramento; per concludere, all’ora di pranzo guardo il termometro dell’olio dell’Harley e lo vedo abbondantemente fuori scala… Addio… IL PRIMO CHE MI PARLERA’ MALE DELL’HARLEY ME LO MANGIO!!! Non ha fatto una piega, pronta all’avviamento, senza consumare una goccia d’olio; l’unico problema è che quando la ho riconsegnata era tutta limata nella parte sottostante (bello il commento di Antonio, mio passeggero, scendendo dalla Death Valley: “uè, vedi che la cauzione l’ho anticipata io, stè consùm tutt còs, se la pesano al rientro come facciamo?!). Comunque, sosta tecnica, e ad un certo punto vedo il 4X4 del ranger! Lo inseguo, e gli spiego il fatto, pensando che avrebbe detto, come in Italia, di vederci alle 9 del mattino successivo per risolvere… ma qui siamo negli States! Chiama per radio, contatta il collega e mi dice che va a prendere il fax dei documenti e me lo riporta. Avevo ancora la bocca aperta quando è ritornato. Proseguiamo verso l’interno ed alloggiamo in un classico motel americano in attesa della visita allo splendido parco di Yosemite, classico parco americano con bellezze naturali da brivido. Quasi tutta la giornata per visitarlo (è lungo oltre 100 km) e poi tappa di avvicinamento a San Francisco, dove giungiamo il giorno successivo. Che dire, le strade scoscese, il Golden Gate, Alcatraz, i tram d’epoca… incredibile. Qui ci siamo separati dalle moto, unico momento davvero triste del viaggio. Di nuovo alla hertz, per fittare l’auto che ci porterà a Los Angeles, verso la fine della traversata. E come per incanto eccoci a Los Angeles, nel mayfair Hotel, 4 stelle a 40 euro per notte. Grande metropoli, Los Angeles; la collina di Hollywood, il sunset boulevard, la walk of fame, e poi malibu, Santa Monica, dove abbiamo preso un gelatissimo bagno nell’Oceano, e chi più ne ha… ma ecco l’aeroporto di Los Angeles, il Boeing 777, le formalità doganali, tutto come in un sogno… Roma, Brindisi, casa. 26 giorni in un attimo. Oltre 8000 km col sole negli occhi, da est a  ovest, 20 stati attraversati, momenti di gioia suprema, altri di stanchezza, ma mai noia o rimpianto. E personalmente tutto questo lo devo ai due preziosi amici che hanno condiviso questa esperienza unica e irripetibile, e che per sempre occuperanno un posto nel mio cuore. Grazie Antonio, grazie Nicola. Rino.