6° RAID SOCIALE - SPAGNA E PORTOGALLO

  • Anfiteatro romano di Arles
  • Pirenei
  • Panorama Pirenaico
  • Riglos - i Mallos
  • Strada nella roccia
  • Canyon d'Arbayun
  • Confine portoghese
  • Coimbra - famoso ristorante Zemanel
  • Nazare', sull'Oceano Atlantico
  • Obidos, paese medievale
  • Cabo da Roca, punto piu' a est d'Europa
  • Lisbona, ponte sul Tago
  • Cabo Sao Vicente
  • Sierra nevada

Credo di poter affermare, dopo 33 anni di motociclismo, non ricordo più quanti viaggi all’estero, e dopo aver toccato il suolo di tre continenti in moto, che alla lunga l’uso migliore della motocicletta è appunto quello turistico. La velocità, la piega, il brivido sono sensazioni ineguagliabili, ma nel tempo il vedere sempre nuovi posti, e confrontarsi anche parzialmente con nuove culture, usi e tradizioni supera tutto il resto. Eccomi quindi a parlare di una nuova avventura su due ruote, alla volta dei paesi europei posti più a occidente, la Spagna ed il Portogallo. Posti che avevo già visto, ma che grazie anche alla compagnia, mi hanno regalato sensazioni profondissime, e perciò difficilmente descrivibili; ci provo comunque. Quest’anno la partenza è stata anticipata alla mezzanotte, ma la mossa non si è rivelata vincente; per i prossimi anni torneremo a partire alle 4 del mattino. Un pensiero affettuoso per Tina e Vito, come sempre presenti alla partenza. La galoppata verso nord, prima tappa Livorno, non è stata molto agevole; il tempo di quest’estate pazzerella non ci ha dato una mano, ma siamo arrivati a Vada, dopo 883 km, nel pomeriggio. Difficoltà a trovare un campeggio o una pensione; ma cosa troverà mai la gente in quei luoghi? Alla fine ci siamo sistemati nel camping campo dei fiori (dov’erano?). Durante la notte abbiamo preso un acquazzone biblico: tende allagate e morale basso, ma la seconda tappa incombeva. Partenza in ritardo per sistemare le attrezzature bagnate e via alla volta di Arles, in Francia, per visitare il famoso anfiteatro romano. Una tappa di oltre 600 km, ma abbastanza comoda. Arrivati in loco, doverosa sistemazione in hotel e visita del monumento, che è veramente molto bello. Qui il simpatico incontro con una coppia di turisti faentini, Deanna e Pier Tomaso, coi quali abbiamo subito fraternizzato. A letto presto per affrontare la terza tappa, con arrivo a Barcellona. Trasferimento senza problemi ed arrivo in città nel pomeriggio; sistemazione in un campeggio a 10 minuti dalla città, abbastanza comodo ma molto caro. Doccia, relax e poi via verso la più europea delle città spagnole; doveroso giro per le “ramblas”, che sono il salotto della città e sono veramente affascinanti, ma con dei contrasti a volte stridenti; hotel da 500 euro per notte e frotte di barboni che si avventano sui sacchi di rifiuti dei ristoranti; decine di artisti di strada, poveri e dignitosi e derelitti addormentati sui marciapiedi, uno scatolone di cartone per coperta. Come sia, un coacervo di sensazioni che ci hanno completamente rapito. Giro serale in moto e visita alla famosa “Sagrada Familia”, capolavoro incompiuto del geniale Gaudì. Impossibile descrivere cosa si prova al cospetto di una simile opera, soprattutto quando di notte è illuminata (fino alle 24.00). 19 luglio, giornata dedicata alla visita canonica della città. Non abbiamo perso l’occasione di fare un salto all’I-MAX, rivoluzionario sistema cinematografico tridimensionale, che in Europa si trova solo a Barcellona ed Oslo (quello di Oslo lo vedremo l’anno prossimo). Abbiamo visto un film (durano circa 30 minuti), che ci ha scosso sia per il contenuto (la parabola della vita del’uomo) che per la tecnica. Mi spiace, ma anche qui devo dire che non si può spiegare; posso solo aggiungere che siamo usciti dalla sala letteralmente sconvolti. Riviste le ramblas, saliti sul monumento a Cristoforo Colombo, visitato lo splendido parco e castello del Montijuch, e rivista la Sagrada Familia di giorno, la fame cominciava a farsi sentire, e così ci siamo recati presso uno dei più famosi ristoranti di Barcellona, “Broccia”. “Mi spiace, senor, è tutto pieno”. E qui il lampo di genio di Pinosauro: “ Ma come! Protesterò vivamente presso l’ufficio del turismo, che mi aveva garantito la prenotazione!” “va bene, senor, cerchiamo di risolvere; va bene se cenate un’ora prima?”. Perdinci, con la fame che avevamo! Cena squisita, raffinata e servita in maniera superba, per circa €40 a testa. Piccolo giro serale e poi a nanna. Tappa successiva Andorra, con primo assaggio dei Pirenei e visita del Santuario di Montserrat, sulla linea di confine franco-spagnola. Il Santuario è qualcosa di veramente spettacolare, e l’ascesa ai rifugi degli eremiti lo è ancora di più. La salita verso Andorra, minuscolo stato incassato tra i Pirenei, ci ha donato panorami bellissimi mentre Andorra, sinceramente, non ci è piaciuta molto.buona la sistemazione in campeggio ed ottima la cena autogestita. Nuovo giorno, nuova tappa; ci addentriamo nei Pirenei per una giornata che rimarrà per sempre impressa nella mia mente. Panorami eccezionali, montagne orgogliose ed appuntite, valli sconfinate e poi… il mitico col de Tourmalet, a 2115 m.s.l.m. Il tour de France era passato di lì da soli tre giorni, a terra ancora tutte le scritte di incitamento; un posto fantastico. Ancora monti, valli, tornanti e poi l’arrivo a Lourdes, luogo di suggestione assoluta per chi crede. Visita del Santuario e buona sistemazione in bungalow a prezzo modico. Mitica cena autogestita con risotto ai funghi porcini (non precotto) e poi a letto pregustando la tappa successiva, forse la più bella di tutto il viaggio. Ed ecco l’attraversamento pirenaico che non mi ha fatto rimpiangere i passi alpini; avevo già valicato i Pirenei, ma non immaginavo una cosa simile. Il col d’Aubisque mi ha mostrato un panorama tra i migliori che io avessi mai visto, e viento lo ha immortalato, insieme a tanti altri, con la sua videocamera. Cominciata la discesa, siamo rientrati in Spagna attraversando i posti di frontiera ormai deserti ed abbiamo puntato, attraverso una serie di strade secondarie poco trafficate ed altamente spettacolari verso Riglos, un piccolo paese posto ai piedi di due enormi candelotti di roccia detti “los Mallos”, che ricordano il deserto dell’Arizona. Siamo rimasti per alcuni istanti senza parlare, storditi dalla bellezza imponente di quanto ci sovrastava.L’ultima parte della tappa ha subito delle modifiche, perché la gomma posteriore del Sindaco mostrava la tela, con un disegno per niente artistico. Il gruppo ha quindi proseguito per Pamplona in linea retta, mentre il lupo ed io abbiamo terminato il giro, non fosse altro che per effettuare riprese e fotografie. Mai decisione si rivelò più azzeccata! Una strada panoramica da brivido, un bagno meraviglioso nel fiume, ed infine il profondissimo e selvaggio canyon dell’Arbayun, dove sono stati grati numerosi film hanno fatto sì che noi abbiamo passato un tardo pomeriggio tra i più belli di sempre. Pernottamento a Pamplona in bungalow; nel frattempo gli AMIIICI! Avevano provveduto alla sostituzione della gomma. Avanti dunque, il giorno dopo, verso Salamanca, quest’anno capitale europea della cultura, non senza passare da Burgos, la cui gotica cattedrale è sicuramente la più bella di Spagna. Salamanca è una città animata e solare; non delude le aspettative la porta dell’università, ed anche la cattedrale ed il ponte romano sono degni di nota. Splendido il tramonto di cui abbiamo goduto tornando verso il campeggio. 24 luglio, si entra in Portogallo. Transito attraverso la frontiera deserta e gran gusto su strade secondarie, immersi nella natura sotto forma di pini ed eucalipti giganteschi, fino a Coimbra (chi ricorda le caramelle di qualche anno fa?), che è bellissima; peccato che il suo centro storico è in salita pazzesca. 300 scalini per arrivare alla Cattedrale, ma ne è valsa la pena. La fame? Stimolata in maniera esponenziale dai turistici sforzi ha fatto sì che trovassimo un locale sul lungomare, ZEMANEL, che ci ha permesso un’immersione totale nella gastronomia portoghese. Un locale da 21(!) coperti, pieno di ninnoli e messaggi appesi dappertutto. Un posto molto caratteristico, ma la vera sorpresa è che vi abbiamo mangiato in maniera addirittura olimpica; il titolare, assai simpatico ci ha fornito una serie di pietanze impressionanti per qualità, quantità e gusto tanto da stordirci. AMIIICI! Zemanel da solo vale anch’esso il viaggio! Il conto? 140 euro, secondo me; giù di lì anche gli altri. Allora? 88 euro, in 7 persone!abbiamo lasciato 100 euro sul tavolo e ci siamo avviati sulle ormai malferme gambe verso la pensione, allietati dai canti e dalle risa di Pinosauro, partito per le tangente grazie al “tinto” il vino rosso portoghese. La tappa che da Coimbra ci ha portato a Lisbona è stata anch’essa, manco a dirlo, molto bella. Abbiamo visitato il santuario di Fatima, e poi la spiaggia atlantica di Nazarè, con mille persone sulla spiaggia e nessuno in acqua (BRRRRRRRRRRR!!!), lo sbalorditivo villaggio medievale fortificato di Obidos, abitato e visitabile. Ecco Lisbona, la capitale più occidentale d’Europa. Ragazzi siamo ad oltre 3000 km da casa! nulla da fare per trovare il campeggio: troppo poche ed avare le indicazioni. Una pattuglia della polizia, mossa a compassione, ci ha accompagnato con una marea TD che fumava più dell’ILVA. Rapida sistemazione e via verso cabo da Roca, il punto più occidentale d’Europa. Sensazionale la strada per arrivarci, con mini tempesta di sabbia sparataci negli occhi dal forte vento atlantico. Fuori dal mondo il capo, con una stele che recita “qui la terra incontra il mare”. Pensate che molte delle esplorazioni di tutti i tempi sono partite da qui. Foto di rito, pertanto, e poi visita della vicina Cascais, la Montecarlo portoghese. Il 26 luglio l’abbiamo dedicato ad un po’ di riposo, nella mattinata, ed alla visita di Lisbona nel pomeriggio; ci siamo spostati con l’autobus e una volta in centro siamo saliti (idea del lupo) su uno degli autobus scoperti che fanno i giri turistici. Ragazzi, ce la siamo davvero goduta. Lisbona è una grande città, e le sue attrattive sono molte: tra le più belle il ponte XXV aprile sul fiume Tago, il più lungo ponte sospeso d’Europa, il monumento ai naviganti (non i fratelli Santamato, così birotianamente soprannominati), la torre di Bèlem, simbolo della città e pregevole opera eretta in stile manuelino, una specie di barocco molto elaborato proprio di queste parti, il Barrio Alto, quartiere caratterizzato da vicoli intricatissimi con negozietti e ristorantini a volte solo con due tavoli. Cena in ristorante etnico e rientro in taxi, ma non prima di aver concordato il prezzo (6 euro). A letto veramente soddisfatti. E qui comincia il ritorno; la tappa successiva ci ha portato a Siviglia, 650 km di trasferimento, inframmezzati però dalla visione di una delle quattro maniglie da cui si potrebbe sollevare il mondo: il Cabo di Sao Vicente, avamposto portoghese nell’Oceano Atlantico, la cui bellezza non riesco a raccontare. Siviglia l’abbiamo vista davvero di sfuggita, ma non si può avere tutto. Altri 500 km l’indomani per raggiungere Almeria. Una bella sosta a Granada con visita del centro storico e poi la salita mozzafiato sulla Sierra Nevada. Peccato che siamo dovuti tornare indietro per raggiungere Almeria con una comoda superstrada in quanto la strada asfaltata più alta d’Europa, che ci avrebbe visto salire a 3200 metri di altezza per poi scendere al mare, non è percorribile perchè integrata nel nuovo parco nazionale. Arrivo quindi a destinazione non prima di aver brindato al compimento dei 100000 km del PAN EUROPEAN di milord, sistemazione in camping in riva al mare e deliziosa cena a base di pennette alle melanzane. La penultima tappa, da Almeria a Valencia, è stata alquanto noiosa e calda; La nave della Grimaldi ha poi inghiottito noi e le moto per portarci a Salerno. l’ultima tappa ci ha portato a casa dove siamo arrivati con comodo alle tre del mattino, stanchi e felici. Un viaggio oltre il fantastico. L’ appuntamento è quindi per il 2003, a Capo Nord. Priore.